Mercato immobiliare, per una vera ripresa si deve attendere il 2017
Secondo Moody’s, il nuovo anno sarà stabile, in linea col vecchio, che già dava segnali di ripartenza, dopo una crisi che ha portato le compravendite dalle 800mila all’anno tra il 2004-2007, alle 400mila tra il 2011-2015.
Stefania Aoi
Poche nascite e alti livelli di disoccupazione. Ecco i problemi che frenano la domanda di abitazioni e la ripresa del mercato immobiliare italiano.
Così, secondo l’agenzia americana Moody's, l’anno nuovo sarà in linea con quello precedente e non si vedrà, se non nei prossimi anni, una ripartenza forte delle compravendite. Le condizioni, perché si verifichi, ci sono grazie a tassi di interesse sui mutui casa ai minimi storici, alla propensione delle banche ad allargare i cordoni della borsa concedendo prestiti. Allo stesso tempo, il mercato immobiliare ha visto i prezzi calare del 19 per cento dal 2008 ad oggi. E anche le condizioni macroeconomiche sono in miglioramento.
Previsioni simili anche quelle della società di ricerca Nomisma, che prevede che i prezzi delle abitazioni torneranno a crescere dal 2017 e le compravendite supereranno quota 500mila. Nel 2016, per gli operatori, non dovrebbero esserci invece grandi colpi di scena. Nonostante già dall’anno scorso si siano registrati chiari segnali di un’inversione di tendenza. Nel terzo trimestre 2015, si è consolidata in modo significativo la ripresa, registrata nei tre mesi precedenti un tasso di crescita tendenziale, riferito al totale delle compravendite, pari all’8,8 per cento. Un dato interessante, certo. Ma che arriva dopo anni davvero difficili. Se nel periodo tra il 2004 e il 2007, nel mercato immobiliare si è superata la soglia delle 800mila compravendite l'anno, in quello 2009-2011 si è scesi a 600mila, e negli ultimi quattro anni si è arrivati di poco al di sopra delle 400mila.
Crollo delle vendite sì, ma non ovunque allo stesso modo. Se nelle cinture metropolitane il mercato si è dimezzato tra il 2007 e il 2014, nei capoluoghi il calo è in genere stato più contenuto, attestandosi nella maggioranza dei casi tra il 20 per cento e il 30 per cento. Cresce invece il numero dei provvedimenti di sfratto (aumentati del 76 per cento dal 2007), dovuti in 9 casi su 10 alle difficoltà dell'inquilino di pagare.
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